84° Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana - Evoluzione geologica del Mediterraneo occidentale

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Società Geologica Italiana

Sassari 15-17 Settembre 2008

Comitato Organizzatore
Giacomo Oggiano, Luigi Carmignani, Sebastiano Barca, Antonio Funedda, Paolo Conti.

Segreteria Congresso - Realizzazione volume dei riassunti
Alice Cartocci, Simone Kozciak, Maria Cristina Salvi

A distanza di cinquantasei anni la Società Geologica Italiana ha scelto nuovamente la Sardegna per tenere l'evento associativo di maggiore rilievo scientifico: l'84° Congresso Nazionale che è stato organizzato a Sassari dal 13 al 20 settembre dal Centro di GeoTecnologie dell'Università di Siena, dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Cagliari e dall'Istituto di Geologia e Mineralogia dell'Università di Sassari.
Ogni qual volta si decide di organizzare un convegno sorge la domanda su quale specificità debba contraddistinguere i contributi dei partecipanti e quale filo conduttore li debba unire. In genere si tratta di argomenti specifici di alcune branche del sapere geologico (stratigrafia, geologia strutturale, geodinamica etc.) o di eventi globali così importanti (l'orogenesi alpina, varisica, la genesi di bacini oceanici etc.) che necessitano di un approccio multidisciplinare oltre che di un riferimento regionale privilegiato. Il filo conduttore che ha ispirato questo congresso è l'evoluzione del Mediterraneo occidentale e il riferimento regionale privilegiato è stato individuato nella Sardegna. Questa scelta nasce dalla considerazione che la storia evolutiva del frammento crostale che costituisce oggi il Blocco Sardo-Corso sia importante per la comprensione dell'evoluzione geologica delle aree limitrofe, sin dall'inizio del Fanerozoico e, in particolare, nell'era Cenozoica, quando si è delineato l'attuale assetto del Mediterraneo occidentale.
L'attuale posizione della Sardegna al centro di questo bacino, o meglio dei differenti bacini che lo costituiscono, riflette infatti una storia geologica molto articolata, le cui testimonianze sono registrate anche da rocce che affiorano nell'isola. Tuttavia, la proposizione dei modelli geodinamici che vedono come punto di arrivo il Mediterraneo occidentale, evidenzia una scarsa conoscenza della strutturazione interna della Sardegna. Questa scarsa conoscenza, spesso, ha portato diversi ricercatori di livello internazionale ad "ignorare", più o meno consapevolmente, i dati ottenibili da ricerche interne alla microplacca sarda; anche quando questi avrebbero potuto essere dirimenti nell'accettazione dei differenti modelli geodinamici dell'area circum-mediterranea.
Attualmente il panorama delle conoscenze geologiche sui rapporti tra geodinamica del Mediterraneo occidentale e geologia cenozoica della Sardegna è in una fase di passaggio importante: gode dei primi risultati a partire da quando, agli inizi degli anni '70 Walter Alvarez pubblicò il suo lavoro che interpretava il micro-continente Sardo-Corso come un frammento di crosta europea staccatosi, relativamente di recente (20 milioni di anni fa), da un'area contigua alla Provenza-Linguadoca. L'elaborazione di alcuni modelli sulla dinamica del Mediterraneo occidentale, non per forza ortodossi rispetto al mainstream culturale attuale, e magari anche contrastanti tra di loro (come classico in aree dove la ricchezza di dati permette punti di vista differenti) sono una prova della maturità raggiunta dalle conoscenze in questo campo.
Ma la particolarità della geologia della Sardegna è data non solo perché essa costituisce una tessera fondamentale per chiunque voglia ricostruire il puzzle geologico dell'attuale Mediterraneo occidentale, ma dall'essere una tessera al suo interno intensamente variegata e complessa (quasi un puzzle in un puzzle) dove sono raccolte rocce che, quasi senza soluzione di continuità, rappresentano l'intero eontema Fanerozoico e parte di quello Proterozoico (una storia lunga almeno 600 milioni di anni), con rocce sedimentarie, vulcaniche ed intrusive, metamorfiche. In meno di 30.000 kmq è racchiusa un'eccezionale "geodiversità", per parafrasare un termine della biologia (biodiversità).
Una sintesi di questa varietà e della lunga e complessa storia naturale che essa riflette è sintetizzata nella nuova carta geologica in scala 1:250.000 presentata al congresso dal comitato organizzatore facente capo alle università di Cagliari, Sassari e Siena. La prova di questa estrema varietà è anche la compresenza in un areale ridotto di georisorse che in genere sono caratteristiche di province geologico-geodinamiche molto distanti tra loro (ad esempio mineralizzazioni legate sia a processi idrotermali che sedimentari, depositi di lapidei, circolazione idrica sotterranea varia ed articolata).
E' ovvio che un congresso che si tiene in una regione così varia, aldilà del suo filo conduttore centrale, debba dare adeguato spazio anche alle problematiche inerenti alle applicazioni della geologia, ribadendo tra l'altro che la netta separazione tra la geologia e le sue applicazioni sia del tutto errata ed indebolisca in maniera significativa l'impatto del sapere geologico nella società.
Non è la prima volta che l'isola viene scelta per un evento associativo, ma le date sono abbastanza lontane nel tempo. Nel 1896, quando i collegamenti con l'isola erano tutt'altro che facili, si tenne a Cagliari un'adunanza straordinaria con numerose escursioni in Sulcis-Iglesiente e Sarcidano (Clerici, 1896). Nel 1922 ebbe luogo la 35° Riunione annuale (definita comunque congresso nazionale in Taricco, 1922), cui parteciparono nomi importanti della geologia italiana e specificatamemte sarda quali: Almagià, Gortani, Taricco, Novarese (presidente), Stefanini e altri, con numerose escursioni che si estesero anche alla Sardegna settentrionale. Infine nel 1952, sotto la presidenza di Silvio Vardabasso, ci fu in Sardegna il 56° congresso che dopo lo sbarco dei partecipanti a Olbia, fu aperto ufficialmente a Nuoro, e proseguì in escursione prima verso le Baronie, quindi verso Cagliari, l'Iglesiente, l'Arburese, il Gerrei, la Trexenta ed il Sarcidano, per chiudersi a Olbia, passando per Sassari (Pecorini, 1952).
Il congresso è stato ospitato nella struttura didattica della Facoltà di Scienze M.F.N. dell'Università di Sassari, che ha retto l'impatto di circa 600 partecipanti, con presenze giornaliere al limite dei 500 congressisti, ed è stato organizzato in tre escursioni pre-congresso, una sessione plenaria, venticinque sessioni tematiche, due workshop ed un'escursione post-congresso. Una partecipazione così ampia è andata ben oltre ogni rosea aspettativa del comitato organizzatore, e certo rappresenta un buon indicatore sullo stato di salute della geologia italiana.

Le escursioni pre-congresso
Dal 13 al 14 settembre si sono tenute alcune escursioni pre-congresso sui temi geologici sardi, che hanno suscitato l'interesse di tutti i partecipanti:
E03 - Frammentazione della Pangea ed apertura della Tetide alpina nei cicli sedimentari triassico-giurassici della Sardegna centrale (Area dei Tacchi).
Organizzatori:. L. G. Costamagna e S. Barca (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Cagliari).
L'escursione ha illustrato, nello spettacolare paesaggio inciso dei Tacchi carbonatici della Sardegna centrale, l'organizzazione stratigrafica, la sedimentologia e lo sviluppo deposizionale e paleogeografico dei cicli di sedimentazione triassico e giurassico, entrambi ad evoluzione da silicoclastica a francamente carbonatica. E' stato evidenziato il significato di tali cicli all'interno dei due grandi processi geodinamici che interessarono l'isola durante i primi due terzi del Mesozoico: un primo evento estensionale di età triassica legato alle grandi fratture che guidarono le frammentazioni della Pangea, al quale fece seguito, dopo un significativo periodo di quiescenza, l'imponente tettonica distensiva che, fra il Giurassico inferiore e medio, portò allo sviluppo della Tetide alpina.
E04 - I depositi tardo quaternari della Sardegna Settentrionale: implicazioni paleogeografiche e paleoclimatiche.
Organizzatori: V. Pascucci & S. Andreucci (Dipartimento di Botanica ed Ecologia vegetale, Università di Sassari); L. Clemmensen (Geological Institute, University of Copenhagen).
Sono stati analizzati i despositi continentali e marini delle successioni tardo quaternarie con particolare riferimento alle successioni comprese tra il mis5e—mis4 (125-40ky)
E05 - Evoluzione stratigrafico-paleogeografica della successione carbonatica del Giurassico medio-Berriasiano del Golfo di Orosei (Sardegna orientale).
Organizzatori: Sardegna orientale: F. Jadoul, A. Lanfranchi, F. Berra, C. Casellato (Dipartimento di Scienze della Terra "A. Desio", Università degli Studi di Milano). Sardegna occidentale:A. Cherchi (Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Cagliari),L. Simone (Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Napoli), R. Schroeder (Forschungsinstitut Senckenberg - Francoforte), G. Carannante (Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Napoli), A. Ibba (Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Cagliari).
Durante l'escursione nella Sardegna orientale (1° e 2° giorno; organizzatori Jadoul, Lanfranchi, Berra, Casellato) sono stati osservati e discussi i principali aspetti stratigrafico-sedimentologici che caratterizzano l'evoluzione dei sistemi deposizionali di piattaforma carbonatica della Sardegna orientale sviluppatisi sul margine passivo nord tetideo durante il Giurassico medio-Cretacico basale. Particolare enfasi è stata riservata alla successione Oxfordiana-Berriasiana (formazioni di Monte Tului e di Monte Bardia). Sono stati anche presentati peculiari aspetti della geologia del Golfo di Orosei: le effusioni basaltiche plio-quaternarie, la tettonica trascorrente oligo-miocenica, i "deep-seated gravitational deformations".
Nella Sardegna occidentale (3° giorno; organizzatori Cherchi, Simone, Schroeder, Carannante, Ibba) le successioni giurassico-cretaciche della Nurra hanno offerto l'opportunità di evidenziare momenti di crisi nella crescita ed evoluzione delle aree di produzione carbonatica seguite talora da rapida riorganizzazione del sistema produttivo o da perdurante sotto-produzione di sedimento che ha potuto, in alcuni casi, portare alla dismissione dell'intero sistema deposizionale. Particolare enfasi è stata data agli eventi tardo-giurassici e cretacici ed ai drastici cambiamenti di facies e di geometrie deposizionali che si accompagnarono a e/o seguirono tali eventi.

La sessione plenaria
L'apertura del congresso e la seguente sessione plenaria sono cominciate alle 9.00 del 15 settembre, alla presenza di circa 500 partecipanti. Il congresso è stato aperto dai saluti delle autorità accademiche: il rettore prof. A. Maida ed il preside della Facoltà di Scienze M.F.N. prof. Micera, dai saluti del del Dott. A. Fadda presidente dell'Ordine regionale della Sardegna, e dal discorso di introduzione e benvenuto del Prof. G. Oggiano presidente del congresso. Il prof. F.C. Wezel, ha quindi consegnato i distintivi della società ai soci cinquantennali e premiato i vincitori dei premi assegnati dalla Società Geologica.
Le relazioni ad invito, tra le quali quella del prof. D. Bernoulli, hanno abbracciato i campi più diversi della geologia:

Le sessioni tematiche
Dal pomeriggio del 15 fino a quello del 17 si sono tenute venticinque sessioni parallele tematiche, con comunicazioni orali e poster. Numerosa è stata la partecipazione di giovani ricercatori, e di liberi professionisti, che hanno trovato spunti utili al proprio impegno professionale nelle sessioni inerenti tematiche più applicative.

I workshop
In chiusura del congresso sono stati realizzati due workshop su materie applicative, nello specifico i temi approfonditi sono stati le applicazioni della geofisica e della geostatistica ai campi della geologia ambientale.

L'escursione post-congresso
Dal 18 al 20 settembre trentasei partecipanti hanno potuto osservare la complessità della geologia della Sardegna con un'escursione post-congresso organizzata dal prof. Luigi Carmignani (Università di Siena), Prof. Giacomo Oggiano (Università di Sassari), prof. Antonio Funedda (Università di Cagliari), prof. Pasci (Regione Sardegna - Progetto CARG), prof. Paolo Conti (Università di Siena).
1° giorno - Il bacino miocenico del Logudoro (successione del 2° ciclo tettono-sedimentario miocenico), e tettonica transpressiva terziaria (1° ciclo miocenico). Itinerario: da Sassari verso il Logudoro, quindi nel pomeriggiosi è visitato: il bacino di Ottana, il rilievo di Monte Albo per concludere in prossimità del M.te Tuttavista presso Orosei. Pernottamento a Nuoro.
2° giorno - Le coperture meso-cenozoiche ed il basamento varisico della Sardegna centro-meridionale. Itinerario: da Nuoro verso l'Ogliastra e quindi verso Gairo Jerzu, Perdasdefogu, Escalaplano, Muravera. Pernottamento a Senorbì.
3° giorno - Il basamento varisico della Sardegna meridionale. Itinerario: da Senorbì verso l'Iglesiente, chiusura dell'escursione con visita al sito minerario di Porto Flavia (con la collaborazione della IGEA s.p.a.).
L'84° Congresso Nazionale della Società geologica italiana ha usufruito del patrocinio delle Università di Cagliari, Sassari e Siena, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Sassari e delle Provincie di Sassari e del Medio Campidano; inoltre hanno contribuito economicamente alla riuscita della manifestazione, oltre agli enti patrocinatori, anche Fondazione Banco di Sardegna, Leica geosystems, Litografia Artistica Cartografica, Sella & Mosca, Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, S&B Industrial Minerals S.A., Esri Italia.

Bibliografia
Clerici E. (1896) - Resoconto dell'adunanza straordinaria tenuta dalla Società Geologica Italiana in Sardegna nell'aprile 1896. Boll. Soc. Geol. It.: 15 (4): 463-496.
Pecorini G. (1952) - Relazione delle escursioni della LVI riunione estiva. Boll. Soc. Geol. It.: 71: 159-179.
Taricco M. (1922) - Cronistoria del congresso di Cagliari del 15 aprile 1922. Boll. Soc. Geol. It.: 41 (4): 291-305.

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