Congresso SIMP-SGI 2025 - Terremoti – energia – cambiamenti climatici – georisorse – materie prime critiche!

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SGI

Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, Società Geologica Italiana insieme  per il Congresso Nazionale Congiunto su Geoscienze e le sfide del XXI secolo.
A Padova tutto il mondo delle Geoscienze, dalle Università Italiane, all'Ingv, dal CNR all'Ispra e non solo!

Ricercatori dell'INGV illustreranno studi effettuati in aree colpite da terremoti! 

Caterina Zei  -  Università di Ferrara: "Presenteremo uno studio applicato ad aree colpite da terremoti e Grazie al quale abbiamo verificato il cambiamento del territorio come ad esempio a Montecilfone (Molise), colpita da un terremoto di magnitudo 5.1 il 16 agosto 2018. Sono state analizzate immagini satellitari acquisite prima e dopo il sisma tramite l'applicazione di un indice che mette in evidenza le variazioni avvenute sul suolo, potenzialmente legate a frane. I risultati sono stati poi confrontati con i rilievi diretti, per verificare che gli effetti osservati da remoto corrispondessero a reali frane sismoindotte. L'utilizzo dei dati satellitari ha portato ad una copertura maggiore dell'area epicentrale, con un incremento pari al 34% del numero totale di frane/eventi superficiali sul suolo rispetto al numero dei dati ottenuti da solo rilievo sul campo!".

Dal 15 al 18 Settembre – 1000 scienziati – 1100 ricerche inedite – 38 sessioni scientifiche a Padova  per  il Congresso Nazionale Congiunto delle più prestigiose società scientifiche italiane quali la Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, fondata a Pavia 85 anni fa e la Società Geologica Italiana fondata da Quintino Sella nel 1881!

"A Padova illustreremo uno studio fatto da noi per vedere se e come cambia un territorio dopo un terremoto. Studiare i rischi legati ai terremoti non significa soltanto misurare la loro magnitudo: gli effetti più pericolosi possono infatti riguardare fenomeni secondari, come le frane. Capire dove e come si attivano queste instabilità è fondamentale per ridurre i danni e pianificare interventi di protezione civile. Tradizionalmente si usano osservazioni dirette sul campo, indispensabili ma non sempre sufficienti: in aree epicentrali molto estese, o durante le emergenze, è difficile raccogliere dati completi e tempestivi. Per questo in questo studio vengono affiancate da nuove tecnologie, in particolare l'analisi di immagini satellitari. Queste permettono di individuare variazioni del terreno in tempi rapidi, ma da sole non garantiscono un quadro esaustivo a causa di limiti di risoluzione e disponibilità dei dati. Lo studio propone un metodo integrato che combina osservazioni dirette e indirette. L'idea è di sfruttare la velocità e l'ampiezza di copertura dei satelliti insieme all'affidabilità del controllo sul campo, creando mappe semi-automatiche più precise degli effetti sismoindotti!". Lo ha affermato Caterina Zei Dott.ssa di Ricerca in Scienze della Terra e del Mare dell'Università di Ferrara!

Lo studio su un'area del Molise all'indomani del terremoto del 2018!

"Questa metodologia è stata sperimentata a Montecilfone (Molise), colpita da un terremoto di magnitudo 5.1 il 16 agosto 2018. L'unico terremoto recente italiano che soddisfava le richieste della nostra ricerca, in cui si ha avuto la concomitanza degli effetti del terremoto e di piogge intense. Sono state analizzate immagini satellitari acquisite prima e dopo il sisma tramite l'applicazione di un indice che mette in evidenza le variazioni avvenute sul suolo, potenzialmente legate a frane. I risultati sono stati poi confrontati con i rilievi diretti, per verificare che gli effetti osservati da remoto corrispondessero a reali frane sismoindotte. L'utilizzo dei dati satellitari ha portato ad una copertura maggiore dell'area epicentrale, con un incremento pari al 34% del numero totale di frane/eventi superficiali sul suolo rispetto al numero dei dati ottenuti da solo rilievo sul campo. Il vantaggio di questo approccio è duplice: durante un'emergenza permette di avere in tempi brevi una mappatura delle zone più colpite – ha concluso la Zei -  mentre a lungo termine fornisce dati utili per migliorare le relazioni empiriche che legano i parametri dei terremoti (magnitudo, distanza dall'epicentro, caratteristiche geologiche) Alla distribuzione delle frane. In prospettiva, questo metodo potrà essere applicato anche ad altri contesti naturali, come le frane indotte da piogge intense, diventando uno strumento efficace per la prevenzione e la gestione dei rischi ambientali".

Sarà  Padova ad ospitare, dal 15 al 18 Settembre il Congresso Nazionale congiunto della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia e della Società Geologica Italiana che avrà come sede fissa il Padova Congress.

Ben 1000 geologi – 1100 ricerche –  38 sessioni scientifiche! La comunità scientifica illustrerà  in anteprima alla stampa, studi e ricerche sulle bio – geoscienze, sul clima, sull'evoluzione del Pianeta Terra, dalla Tettonica dalla Geochimica, sulla Cartografia Geologica o ancora sulla Geomorfologia, sulle applicazioni Industriali in Mineralogia, Petrografia e Geochimica, sulla Mineralogia, sui Rischi Naturali, sulla Vulcanologia, sulla Sismologia. Al Congresso di Padova  le ultime ricerche nel campo delle geoscienze ed anche sui cambiamenti climatici. Tra i temi anche gli studi sulle materie prime critiche!

Inaugurazione – Lunedì 15 Settembre al Padova Congress – ore 14 e 30 con la Tavola Rotonda alla quale sono stati invitati tra gli altri: Anna Maria Bernini, Ministro dell'Università e della Ricerca, Gilberto Picchetto Fratin, Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Adolfo Urso Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Invitati Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana, Paolo Mazzoleni, Presidente della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, Fabio Florindo, Presidente dell'INGV, Maria Siclari, Direttore Generale e Direttore ad Interim del Dipartimento per il Servizio Geologico d'Italia ISPRA, Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Lunedì 15 Settembre – Ore 14 e 30 – Padova Congress – Sala Mantegna – Padova!

 Al Congresso di Padova, Luca Parmitano, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea, condividerà la sua visione del pianeta Terra dallo spazio, guardando verso nuove frontiere e parlerà delle future missioni sulla Luna e su Marte.

Al Congresso anche Jan Zalasiewicz, geologo polacco, paleontologo, dell'Università di Leicester, che ha guidato il Gruppo di Lavoro sull'Antropocene ed ancora Sabrina Speich, oceanografa.

La ricerca di Sabrina Speich si concentra sulle dinamiche oceaniche e sul loro ruolo nel cambiamento climatico, ricercatrice affermata a livello internazionale anche sulla modellistica oceanica.

Al Congresso di Padova ci sarà anche Wolfgang Maier dell'Università di Cardiff.

Maier  sta studiando i sistemi magmatici mineralizzati nell'Africa meridionale. Le sue ricerche sono concentrate anche sulla Finlandia (Kevitsa, Penikat), sul Canada (Bell River e Highbank Lake Complexes), sul Brasile (Caraiba, Mirabela), sull'Australia (Giles Complex, Hart dolerite).

La stampa potrà partecipare anche tutte le conferenze e intervistare i ricercatori.

Jan Zalasiewicz – Lunedì 15 Settembre – dalle ore 18 alle ore 18 e 45 – al PadovaCongress!
Sabrina Speich – Martedì 16 Settembre – dalle ore 14 e 45 alle ore 15 e 30, presso il Padova Congress!
Luca Parmitano - Mercoledì 17 Settembre – dalle ore 14 e 45 alle ore 15 e 30 – al Padova ConGress!
Wolfgang Maier – Giovedì 18 Settembre – dalle ore 14 e 45 alle ore 15 e 30 al Padova ConGress!