Angelo Peccerillo

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λάθε βιώσας - In ricordo di Angelo Peccerillo (9 Settembre 1946 – 21 Ottobre 2025)

di Sandro Conticelli, Lorella Francalanci, Giampiero Enea Poli e Alba Patrizia Santo

Lathe Biosas era il motto epicureo scelto da Angelo come pseudonimo per il suo indirizzo di posta elettronica, un monito che racchiudeva in sé il suo profondo desiderio di poter esprimere la propria forza intellettuale senza la ricerca assillante di apparire sul proscenio, tipica della nostra società. Dopo il collocamento a riposo dall'Accademia, ha vissuto gli ultimi anni, perseguendo proprio quel concetto epicureo di vivere lontano dai clamori del mondo, senza che questo intaccasse la sua indole di scienziato illuminato e di divulgatore scientifico di rara efficacia. Nonostante il ritiro dalla vita pubblica, Angelo ha proseguito una intensa attività scientifica e intellettuale, dedicandosi alla stesura e pubblicazione di libri di sintesi scientifica, di testi per l'alta formazione universitaria e di opere di divulgazione delle Scienze della Terra.

Angelo era nato a Salento (SA), nel Cilento, il 9 settembre del 1946. Qui trascorse gli anni della sua formazione, conseguendo la Maturità Classica presso il Liceo Parmenide di Vallo della Lucania. Successivamente, si trasferì a Firenze per compiere gli studi universitari presso il locale Ateneo; si laureò con lode in Scienze Geologiche, nel Marzo del 1970, discutendo una tesi dal titolo "Variazioni delle costanti reticolari nelle muscoviti del Macigno" (relatore Prof. Curzio Cipriani), presso l'Istituto di Mineralogia dell'Università di Firenze, istituzione allora vocata allo studio dei minerali e delle rocce sedimentarie.

Quelli erano gli anni della "rivoluzione copernicana" nelle Scienze della Terra: dalle profondità degli oceani emergevano prove decisive a favore della "deriva dei continenti", ipotesi formulata nel 1912 da Alfred Wegener, che portarono al suo sviluppo nella teoria della "tettonica delle placche", il modello che poi avrebbe spiegato il funzionamento globale del sistema Terra. In questo contesto, il giovane Angelo incontrerà un altro giovane ricercatore fiorentino, Mario Boccaletti (anche lui recentemente scomparso; https://www.socgeol.it/521/mario-boccaletti.html), e assieme si convinsero a percorrere i nuovi sentieri della conoscenza che si andavano prospettando. Angelo si dedicò, così, alla comprensione della geochimica e della petrologia delle rocce ignee nel contesto della nascente teoria della tettonica delle placche, con particolare riguardo alla definizione delle relazioni esistenti tra vulcanismo e tettonica.

Gli anni Settanta segnarono la sua crescita intellettuale e la sua affermazione scientifica. Il desiderio di approfondire le relazioni tra vulcanismo e tettonica delle placche lo spinse a intraprendere un breve periodo di studio come borsista presso l'Università di Padova, prima di essere nominato, nel 1971, assistente universitario alla cattedra di Petrografia della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università di Firenze. Successivamente fu visiting scientist presso la Research School of Earth Science, della Australian National University (Canberra, Australia), sotto la guida del prof. Stuart Ross Taylor, geochimico di fama mondiale che lo introdusse allo studio della geochimica degli elementi in tracce nelle rocce come traccianti petrogenetici e geodinamici. Queste ricerche lo portarono al concepimento e alla pubblicazione del celebre diagramma di classificazione delle rocce orogeniche (Peccerillo & Taylor, 1976), una delle opere di Angelo maggiormente citate e apprezzate dalla comunità scientifica internazionale.

Rientrato a Firenze, Angelo avviò una collaborazione con il gruppo dei fisici nucleari dell'Ateneo fiorentino e con il sostegno del locale Centro di Studio del CNR per la Mineralogia e Geochimica dei Sedimenti, mise a punto, presso l'Istituto di Mineralogia dell'Università di Firenze, il laboratorio di Attivazione Neutronica per la determinazione delle Terre Rare in matrice rocciosa: una realtà unica nel panorama scientifico nazionale delle Scienze della Terra. Per i successivi venti anni, il laboratorio ha rappresentato una eccellenza internazionale, oltreché un punto di riferimento per la geochimica degli elementi in tracce e delle Terre Rare in matrici rocciose di diversa natura petrologica, mantenendo il primato fino all'avvento di metodiche analitiche più versatili e veloci.

Sul finire degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, Angelo effettuò, sotto l'egida del Ministero degli Affari Esteri, alcuni periodi di insegnamento nell'ambito dei programmi di collaborazione internazionale presso le Università di Mogadiscio e di Addis Abeba. In quegli anni contribuì alla formazione di una nuova generazione di geologi somali ed etiopi, alcuni dei quali, negli anni Novanta, lo avrebbero affiancato nei suoi studi di geochimica e vulcanologia del magmatismo recente del Corno d'Africa.

Nel 1982 fu nominato professore associato di Vulcanologia dalla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Firenze. Negli anni Ottanta consoliderà la sua leadership scientifica divenendo uno dei referenti scientifici della nuova scuola fiorentina di geochimica e petrologia delle rocce ignee, contribuendo in modo determinante al suo sviluppo grazie alla sua visione e alle sue intuizioni scientifiche. In quegli anni, assieme a colleghi e allievi fiorentini, promosse lo studio del vulcanismo dell'Italia centro-meridionale, dalla Toscana alla Campania, e dell'arco Eoliano e del canale di Sicilia. In quegli stessi anni, Angelo fu responsabile di numerosi progetti scientifici di interesse nazionale e internazionale finalizzati alla comprensione della genesi dei magmi di margine distruttivo di placca e in particolare di quelli responsabili del vulcanismo peri-tirrenico. La collaborazione con la scuola fiorentina proseguì con intensità anche dopo la sua chiamata, nel 1986, a ricoprire la cattedra di Petrologia, come professore straordinario prima e ordinario poi, presso l'Università degli Studi di Messina.

Il periodo messinese lo vide impegnato sia sul versante gestionale e organizzativo dirigendo il locale Istituto di Scienze della Terra, sia su quello della ricerca, che lo vide protagonista di una nuova "avventura" intellettuale e scientifica: lo studio della geologia e vulcanologia del Plateau Etiopico. Qui focalizzò la sua attenzione sulla genesi dei magmi di intraplacca e sulle loro relazioni con i processi geodinamici legati al break-up continentale. Questo nuovo filone di ricerca non esaurì, tuttavia, il suo interesse per la genesi dei magmi calco-alcalini, shoshonitici e potassici, di ambiente orogenico, con particolare riferimento all'Italia centro-meridionale.

Nel Novembre 1994, Angelo fu chiamato a ricoprire la Cattedra di Petrologia e Petrografia dell'Università della Calabria, ad Arcavacata di Rende (CS), dove assunse immediatamente anche il ruolo di direttore del Dipartimento di Scienze della Terra. Nel Novembre 1997, venne chiamato dall'Università degli Studi di Perugia a ricoprire la cattedra di Petrografia e Petrologia, che ricoprì fino al collocamento a riposo nel 2013. Durante questo periodo, svolse il ruolo di direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, oltreché di membro del Senato Accademico e di coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze della Terra.

Negli anni Novanta e nel primo decennio del nuovo millennio, nei momenti liberi da incarichi dirigenziali, Angelo si recò in qualità di visiting scientist, presso la Smithsonian Institution of Washington (USA), la University of Western Ontario (Canada), il Geochemisches Institut della Georg-August-Universität di Göttingen (Germania), la Université Paris XI di Orsay (Francia), e la Universidade dos Açores (Portogallo). In queste istituzioni, oltre a svolgere attività di ricerca, tenne seminari e lezioni per studenti di laurea magistrale e dottorato. Nello stesso periodo proseguì i suoi studi sul magmatismo orogenico e anorogenico pubblicando numerosi articoli scientifici oltre a due volumi tematici, editi da Springer (Peccerillo 2005, 2017). Inoltre,  curò, assieme ad altri colleghi, due volumi scientifici collettanei (Foley & Peccerillo, 1992; Beltrando et al., 2010), opere finalizzate alla comprensione della evoluzione geodinamica del Mediterraneo e della genesi del magmatismo alcalino.

Brillante ricercatore con una visione chiara e innovativa degli obiettivi della ricerca scientifica, Angelo non poteva non essere stato anche un eccellente docente. Durante il suo percorso accademico, Angelo tenne i corsi di Geochimica, di Petrologia, di Petrografia e Laboratorio, e di Vulcanologia suscitando costantemente l'entusiasmo di un gran numero di studenti. Ha accompagnato i suoi allievi alla scoperta delle geoscienze, e, in particolare, della geochimica e petrologia del vulcanico. I suoi studenti, da Firenze a Messina, Cosenza e Perugia, come quelli da Mogadiscio ad Addis Abeba, hanno sempre apprezzato la sua chiarezza espositiva e la sua capacità di sintesi, doti che rendevano le sue lezioni accessibili e affascinanti anche quando affrontava concetti di grande complessità.

La visione nitida dei principi fondamentali della geochimica e della loro collocazione nell'evoluzione del sistema Terra erano le doti principali che gli permettevano una estrema efficacia nella trasmissione della conoscenza e del sapere. Questa capacità non si esauriva in ambito accademico, ma veniva utilizzata anche nell'impegno che Angelo mise nel condividere conoscenza, ricerca e cultura anche con un pubblico non accademico, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale e culturale della società. Angelo credeva che rendere la scienza accessibile a tutti fosse un dovere civico importante. Dell'impegno profuso nella divulgazione scientifica è esempio significativo il volume edito da Springer sul funzionamento del sistema Terra (Peccerillo, 2021). Non da meno il suo impegno nel trasferimento della conoscenza attraverso un importante pubblicistica di libri di testo universitari che spaziano dalla geomorfologia del vulcanico, alla geochimica, petrografia, petrologia e mineralogia microscopica.

Nell'ambito del servizio alla comunità scientifica nazionale e internazionale, Angelo ricoprì ruoli di grande responsabilità e prestigio. Fu membro di numerosi comitati e commissioni per la valutazione di progetti di ricerca (tra cui NSF, ESF, CNR, MIUR e NATO) e contribuì alla valutazione dell'attività scientifica di diversi Atenei italiani, come le Università di Padova e Siena. Dal 1999 al 2004 guidò con autorevolezza il Gruppo Nazionale di Petrografia offrendo un saldo riferimento morale e scientifico a più generazioni di giovani ricercatori; esempio emblematico del suo impegno fu l'organizzazione, nel 2001, insieme ad alcuni allievi, di una Summer School di successo sulla geo-termobarometria presso l'Università degli Studi di Basilicata a Potenza.

Nel quadro della valorizzazione della ricerca fece parte dei comitati editoriali di riviste scientifiche specializzate internazionali, quali Lithos, Journal of Volcanology and Geothermal Research, Bollettino della Società Geologica Italiana, Open Mineralogy Journal, e Journal of Virtual Explorer; svolse il ruolo di Associate Editor per European Journal of Mineralogy, Acta Vulcanologica e Periodico di Mineralogia, oltreché quello di curatore tematico, per la sezione Igneous and Metamorphic Petrology, della Encyclopedia of Life Support System (EOLSS) edita dall'UNESCO. Inoltre, come Guest Editor curò diversi numeri speciali per riviste scientifiche nazionali e internazionali, come Acta Vulcanologica, Chemical Geology e Lithos, e fu Chief Editor, dal 2006 al 2008, della rivista European Journal of Mineralogy.

La sua lunga carriera scientifica, vista oggi da chi, almeno in parte, lo ha accompagnato in questo suo lungo viaggio, appare costellata di intuizioni e visioni che lo hanno reso un innovatore di straordinario profilo scientifico e intellettuale, tanto nella progettualità quanto nella gestione di strutture di ricerca e di alta formazione. Era un costruttore di progetti e di idee e per questo è stato riconosciuto come un leader scientifico a livello nazionale e internazionale e insignito di prestigiosi riconoscimenti, tra cui: il premio nazionale "Antonio Feltrinelli" dall'Accademia dei Lincei nel 2006; membro dell'Accademia Europaea nel 2007; socio onorario della Società Geologica Italiana nel 2014.

Ciao Angelo, che la terra ti sia lieve e il vento porti con sé il tuo spirito. A noi che restiamo mancheranno la tua gioia di vivere, la tua pungente ironia, sottile e affettuosa, e quel tuo continuo e vitale desiderio di spingerti sempre oltre il limite della conoscenza acquisita. Ci mancherà il tuo sguardo aperto, curioso, capace di illuminare prospettive nuove anche là dove altri vedevano solo ciò che già si sapeva. Il tuo cammino rimane con noi, nei tuoi insegnamenti, nelle tue idee e nelle vite che hai toccato.

 

Opere citate
Peccerillo, A., & Taylor, S. R. (1976). Geochemistry of Eocene calc-alkaline volcanic rocks from the Kastamonu area, northern Turkey. Contributions to mineralogy and petrology, 58(1), 63-81.
Foley, S.F., & Peccerillo, A. (1992). Potassic and ultrapotassic magmas and their origin. Lithos, 28, 181-453.
Peccerillo, A. (2005). Plio-Quaternary volcanism in Italy: petrology, geochemistry, geodynamics. Springer Berlin Heidelberg.
Beltrando, M., Peccerillo, A., Mattei, M., Conticelli, S., & Doglioni, C. (2010). The Geology of Italy: tectonics and life along plate margins. Journal of the Virtual Explorer, Electronic Edition, ISSN 1441-8142, vol. 36.
Peccerillo, A. (2017). Cenozoic volcanism in the Tyrrhenian Sea region. Springer Berlin Heidelberg.
Peccerillo, A., (2021). Air, Water, Earth, Fire. How the System Earth Works. Springer Berlin Heidelberg, 223.