Giulio Bigazzi, un pioniere nel campo delle Tracce di Fissione, è scomparso a Pisa il 22 febbraio 2018, all'età di 77 anni. Iniziò la sua attività in questo campo di ricerca fin dalla tesi di laurea in Fisica, per la quale studiò la possibilità di rivelare tracce legate a processi nucleari avvenuti all'interno di minerali, ed il loro uso come geocronometri. Dopo un iniziale periodo di attività presso il Laboratorio di Geologia Nucleare dell'Università di Pisa, a partire dal 1970 ha trascorso tutta la sua vita lavorativa all'interno di istituti CNR.
Ha dato contributi significativi fin dall'inizio alla messa a punto del metodo Tracce di Fissione e alla sua standardizzazione (dosimetria neutronica, determinazione della costante di decadimento per fissione dell'uranio 238, correzione delle età ridotte per effetto termico, statistiche di conteggio). Negli anni si è poi dedicato alla cronostratigrafia in aree vulcaniche, alla tefrocronologia e alla termocronologia. Ha avuto un interesse particolare per le applicazioni all'archeometria, con lo studio di manufatti di ossidiane rinvenuti in siti preistorici per l'identificazione della loro provenienza. È stato socio della Società Geologica Italiana per decenni.
I colleghi IGG