Vittorio Novarese (Torino 7 Marzo 1861- Roma 25 Marzo 1948)

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Società Geologica Italiana

a cura di ALESSIO ARGENTIERI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Dopo la laurea in ingegneria civile, conseguita alla Regia scuola di applicazione per gli ingegneri di Torino, nel 1883 entrò nel Corpo reale delle miniere. Secondo la prassi dell'epoca, fu mandato a perfezionarsi in campo geologico-minerario all'Accademia montanistica di Berlino, centro di riferimento europeo assieme alle scuole minerarie di Londra, Parigi e Liegi. In Germania effettuò esperienze sul terreno in Turingia, Harz, Brandeburgo e nella valle del Reno e successivamente frequentò presso l'Università di Heidelberg come tirocinante nel laboratorio di petrografia del professor Karl Heinrich Rosenbusch. Completato il tirocinio fu assegnato all'Ufficio geologico appena riorganizzato da Felice Giordano, e venne incaricato di rilevamenti per la Carta Geologica d'Italia alla scala 1:100.000: dapprima in Calabria (1886-90, con Emilio Cortese e Giovanni Aichino), poi nel Senese e in Maremma (1888-93 con Bernardino Lotti e Pompeo Moderni) e nelle Alpi, fra il lago di Como e le valli di Pinerolo. Gli studi sulle Alpi occidentali, su cui si concentrò per oltre 40 anni, rappresentano il suo principale contributo scientifico (circa 50 pubblicazioni e 14 fogli geologici). Assieme ai colleghi Secondo Franchi, Augusto Stella, Domenico Zaccagna e Ettore Mattirolo pubblicò la celebre Carta geologica delle Alpi occidentali in scala 1:400.000 (Roma 1908); questa sintesi delle loro ricerche rappresentò un grande progresso nell'interpretazione tettonica della "zona del Piemonte", risolvendo i problemi strutturali e cronologici sull'età mesozoica dei complessi metamorfici dei calcescisti ofiolitiferi piemontesi, oggetto di una lunga disputa scientifica nazionale. Dal 1901 egli si era nel frattempo trasferito da Torino a Roma; nel 1912, parallelamente all'attività nelle Alpi, venne anche incaricato di coordinare i rilevamenti geologici in Sardegna sud-occidentale, che lo impegnarono per diversi anni assieme a Guido Pullè, Camillo Pilotti, Luigi Fiorentin e Michele Taricco. Durante la Grande Guerra Mario Cermenati, sottosegretario di Stato per l'Agricoltura con il ministro Giovanni Raineri nel governo Boselli, lo chiamò a ricoprire l'incarico di Capo di gabinetto (1917). Nel 1918 fu designato membro della Commissione centrale per lo studio e le proposte di provvedimenti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace (detta "Commissionissima"). Dal 1921 al 1936 insegnò geologia applicata e mineralogia presso la Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Roma. Nel 1925 ricevette dal Comitato Geologico il prestigioso incarico di realizzare la 3a edizione della Carta Geologica d'Italia in scala 1:1.000.000, pubblicata nel 1931 dopo cinque anni di meticoloso lavoro di sintesi.
La sua carriera si svolse interamente nei ruoli dell'Ufficio geologico (tranne una breve reggenza del Distretto minerario di Torino) sino al pensionamento nel 1934, con la qualifica di Geologo superiore e la nomina a Direttore onorario. I rapporti di collaborazione con l'Ufficio Geologico proseguirono quale membro della Commissione sull'avanzamento della Carta geologica d'Italia, di cui divenne anche presidente. In oltre sessanta anni d'attività realizzò quasi 200 pubblicazioni e 18 fogli della Carta Geologica d'Italia. Si dedicò inoltre allo studio delle risorse minerarie e combustibili fossili in Italia e all'estero (Argentina, Eritrea, Transcaucasia), temi di grande rilevanza per le politiche autarchiche del regime fascista. Fornì importanti contributi anche nel campo della geologia applicata (bonifica dell'Agro Pontino e delle colline del preappennino; bacini artificiali; risorse idriche sotterranee; terremoto di Messina del 1908 con Gioacchino De Angelis d'Ossat). Egli fu inoltre autore di diversi necrologi di scienziati e collaborò con l'Enciclopedia Italiana per la redazione di numerosi lemmi. Continuò a mantenersi attivo sino ad età avanzata, tenendo una ultima comunicazione scientifica un paio di mesi prima della morte.
Fu socio corrispondente della Reale accademia delle scienze di Torino, della Società geografica italiana, della Società italiana per il progresso delle scienze e della Società geografica di Lima. Fu membro del consiglio direttivo del Comitato nazionale scientifico tecnico per lo sviluppo e l'incremento dell'industria italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'Istituto di paleontologia umana di Firenze. Socio della Società Geologica Italiana, ne fu consigliere per molti anni e presidente in due occasioni (1916 e 1922).
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA

Argentieri A. (2013) - Novarese, Vittorio. Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 96.
Barca S., Cocozza T., Salvadori I. (1984) - Storia delle ricerche geologiche nel Massiccio Sardo. In: Cento anni di geologia italiana. Volume giubilare del I Centenario della Società Geologica Italiana (Bologna), pp. 315-352.
Crema C. (1949) - Vittorio Novarese. Bollettino della Società Geologica Italiana, 68,99-109, con elenco completo delle opere.
Dal Piaz G.B., Dal Piaz G.V. (1984) - Sviluppo delle concezioni faldistiche nell'interpretazione tettonica delle Alpi (1840- 1940). In: Cento anni di geologia italiana. Volume giubilare del I Centenario della Società Geologica Italiana (Bologna), pp. 41-70.
Pantaloni M. (2011) - La carta geologica d'Italia alla scala di 1:1.000.000: una pietra miliare nel percorso della conoscenza geologica. Geologia Tecnica e ambientale, 11, 2-3, 88-99.
 
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