Paolo Principi (Perugia 3/4/1884- Firenze 2/2/1963)

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Società Geologica Italiana

A cura di Alessio ARGENTIERI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Paolo Principi svolse gli studi giovanili nella natìa Perugia e dopo la licenza liceale classica si iscrisse all'Istituto di Studi Superiori di Firenze. Presso la Facoltà di Scienze Naturali si appassionò alla geologia e sotto la guida di Carlo De Stefani rilevò per la tesi di laurea la zona del Monte Malbe, nei Massicci mesozoici perugini, che fu anche argomento della sua prima pubblicazione nel 1908. Tra i giovani studiosi operanti ad inizio Novecento nell'Istituto fiorentino si citano Giotto Dainelli e Alessandro Martelli e invece, tra i compagni di studi di Paolo, Vincenzo Baldasseroni, futuro zoologo e direttore del Museo della Specola a Firenze, a cui lo legò perenne amicizia.

La carriera accademica di Principi ebbe inizio a Perugia come assistente presso l'Istituto Superiore Agrario, dove era titolare della cattedra di geologia Paolo Vinassa de Regny, a cui succedette Gioacchino de Angelis d'Ossat; quel ruolo sarebbe stato ricoperto a seguire da Principi, che a sua volta lo lasciò al suo allievo Cesare Lippi Boncambi, proseguendo la scuola di studi geologici applicati in campo agronomico che si sviluppò tra Firenze e Perugia nelle prime decadi del XX secolo. Ma la parte centrale della sua attività scientifica Principi la svolse a Genova, dove Arturo Issel lo accolse su indicazione di De Stefani. Come assistente egli si dedicò alla paleobotanica, coltivando al contempo l'interesse per geografia fisica e geomorfologia con la supervisione di Gaetano Rovereto. Dopo l'impegno come combattente nella Grande Guerra, quale ufficiale del Genio, riprese l'attività universitaria. Il periodo genovese (quasi vent'anni tra Facoltà di Scienze e Politecnico) fu di intensa produzione scientifica, con circa 70 pubblicazioni all'attivo; si rammenta in particolare l'opera uscita progressivamente in sette piccoli volumi, tra il 1936 e il 1942, sulle flore fossili delle diverse ere geologiche. Nel 1928, con la nomina a professore straordinario, ritornò a Perugia presso la Facoltà di Agraria. Nel 1939 si trasferì a Firenze, presso la cui Università nel 1942 assunse la titolarità della cattedra di mineralogia e geologia nella Facoltà di Agraria, tenuta sino al collocamento a riposo.

Condusse rilevamenti geologici in Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo; in particolare contribuì alla Carta Geologica del Regno d'Italia alla scala 1:100.000 curando interamente i Fogli 115 "Città di Castello" e 108 "Mercato Saraceno", e partecipando al 116 "Gubbio". In tale campo fu impegnato, da semplice assistente, in un aspro dibattito scientifico con Federico Sacco, che invece era già rinomato docente, sull'età della Formazione marnoso-arenacea, che Principi correttamente attribuiva al Miocene in base alla presenza di Lepidocycline. Ciascuno dei contendenti rimase delle proprie vedute, nonostante i tentativi di mediazione dell'Ufficio Geologico tramite escursioni congiunte, ma ciò non impedì un successivo rasserenamento dei rapporti tra i due; tempo dopo, Sacco mostrò infatti apprezzamento per le doti del giovane collega, sostenendolo convintamente al momento della sua salita in cattedra.

Notevole è il contributo di Principi come redattore di manuali, tra tutti quello di geologia applicata uscito nel 1924 (e successivamente riedito nel 1946), primo strumento in Italia a disposizione dei professionisti tecnici. Temi centrali dei suoi studi furono poi pedologia, geopedologia e geologia agraria, a cui dedicò gran parte dell'età matura; a lui si deve la prima cartografia di sintesi dei suoli italiani, contenuta nel volume "I Terreni d'Italia" (1943). Altri suoi testi di riferimento sono "Geopedologia" (1953) e "I terreni italiani" (1961), sintesi ampia dei suoli del territorio nazionale. Complessivamente scrisse, in 55 anni di carriera, oltre 200 pubblicazioni scientifiche su varie zone d'Italia, nonché sull'Africa Orientale e sul Sudamerica.

Fu membro del Consiglio nazionale delle Ricerche e socio di diverse Accademie (dei Georgofili di Firenze; di Scienze Forestali; di Agricoltura di Torino; Ligustica di Scienze e Lettere; Lunigianese). Della Società Geologica Italiana fu presidente nel periodo 1939-40, organizzando la riunione estiva tenutasi a Perugia nel settembre del 1940, essendo stata, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, "sospesa per la situazione politica europea" quella prevista per l'anno precedente. La presidenza di Principi fu prorogata per disposizione del Ministro dell'Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. La cerimonia inaugurale della 52a riunione estiva si svolse con l'enfasi propria del regime fascista, resa ancor più marcata dall'atmosfera di guerra; un numero contenuto di congressisti partecipò anche alle escursioni in torpedone tra Umbria e Casentino (Monti Rognosi; Gubbio e Scheggia, con la presenza di Guido Bonarelli; lago Trasimeno).

Principi ricevette la laurea honoris causa in pedologia dall'Institut agronomique de l'État di Gembloux (Belgio Vallone) e la nomina a professore emerito dall'Università di Firenze. Tra i suoi allievi, oltre al citato Lippi Boncambi, si menzionano Francesco Scarsella e Fiorenzo Mancini, entrambi futuri presidenti SGI. La figlia Maria Matilde Principi (1915-2017) è stata celebre entomologa presso l'Università di Bologna.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Mancini F. (1959) - Scritti geo-pedologici in onore di Paolo Principi. Tip. Coppini, Firenze.
Mancini F. (1963) - Paolo Principi. Boll. Soc. Geol. It., 82, 3, 5-18.
 

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