di Simonetta Cirilli e Angela Bertinelli
Con profonda stima e sincera commozione ricordiamo il Professor Leonsevero Passeri, che ha segnato in modo indelebile la nostra formazione scientifica e personale presso l'Università degli Studi di Perugia.
Siamo state, seppur in tempi diversi, sue allieve e abbiamo avuto il privilegio di essere state introdotte da lui alla disciplina e al metodo della Sedimentologia.
Le nostre due voci appartengono a generazioni diverse: Simonetta Cirilli, che ebbe il privilegio di essere tra le sue prime studentesse e di condividere con lui anni di intensa crescita accademica, e Angela Bertinelli, che lo ha incontrato in anni più recenti, beneficiando della sua lunga esperienza e della sua dedizione all'insegnamento e alla ricerca.
Come studentesse prima e allieve poi, abbiamo sempre ammirato la sua capacità di rendere accessibili anche i concetti più complessi, guidandoci con chiarezza, rigore e pazienza nella lettura dei processi sedimentari e nella comprensione delle tematiche geologiche.
Per entrambe, l'incontro con il Professor Passeri ha rappresentato l'inizio di un percorso di crescita che ci ha condotte, in tempi diversi, verso la carriera accademica. A lui dobbiamo la curiosità, la passione e la fiducia che ci hanno spinte a intraprendere la via della ricerca scientifica. Esprimiamo dunque la nostra più profonda gratitudine e riconoscenza per averci aperto le porte dell'ambiente accademico e dato la possibilità di farne parte.
La sua competenza scientifica, unita al rigore metodologico e a una straordinaria passione per la Sedimentologia e per la Geologia in generale, è stata per noi un costante modello di riferimento. Ogni sua lezione, ogni discussione in aula o durante le escursioni sul terreno, era un'occasione di apprendimento, in cui il sapere si intrecciava con la curiosità, l'osservazione diretta e il piacere della scoperta. Chi ha avuto il privilegio di seguirlo sul terreno ricorda il suo passo sicuro, lo sguardo attento con cui coglieva ogni dettaglio e la capacità con cui sapeva trasformare l'osservazione di un affioramento in una lezione indimenticabile.
Appassionato geologo di terreno, Passeri iniziò la sua attività scientifica occupandosi dell'Appennino centro-settentrionale, fornendo contributi di grande valore allo studio della sedimentologia delle successioni carbonatiche ed evaporitiche. La sua capacità di osservazione, unita a una visione geologica ampia e sistematica, gli consentiva di leggere e interpretare i processi deposizionali con straordinaria chiarezza.
Negli anni successivi rivolse il suo interesse scientifico alle Alpi Apuane, area che avrebbe poi assorbito la sua attenzione per lungo tempo. In questo contesto sviluppò studi di grande rilievo, con contributi significativi di carattere stratigrafico e sedimentologico. Le sue ricerche, sempre rigorose e ricche di dettagli, hanno contribuito a definire e interpretare contesti deposizionali complessi, fornendo un quadro più ampio della storia geologica di quella regione. Successivamente, contribuì in modo significativo anche allo studio delle successioni sedimentarie del Permiano e del Triassico nell'Appennino meridionale, approfondendo la comprensione dei processi deposizionali e delle dinamiche ambientali e paleogeografiche.
Negli ultimi anni della sua carriera, e anche dopo il pensionamento, il Professor Passeri era riuscito a coniugare le due grandi passioni della sua vita: la geologia e l'alpinismo. Ritiratosi a vivere a Cervinia, aveva continuato con lo stesso intatto entusiasmo e curiosità di sempre a studiare e osservare le sue amate Alpi, animato da un interesse scientifico che non si è mai affievolito.
Il carisma che ha esercitato sui suoi studenti è rimasto intatto nel tempo. Dopo la notizia della sua scomparsa, abbiamo ricevuto da colleghi di corso e da studenti di diverse generazioni, ma accomunati dallo stesso affetto, numerose testimonianze di stima e di riconoscenza. Tutti ricordano il Professore come una figura di riferimento, un punto fermo, un docente capace di lasciare un segno profondo, non solo sul piano scientifico ma anche su quello umano.
A distanza di anni, riconosciamo quanto il suo esempio continui a ispirarci nel nostro ruolo di docenti e ricercatrici.
Con gratitudine, riconoscenza e affetto,
Simonetta e Angela